Bond truffa, promotore a processo: Tiziana Pinaffo consulente di parte civile.
La Dott.ssa Tiziana Pinaffo consulente tecnico di parte civile: un docente universitario che aveva perduto un’ingente eredità a causa di titoli Argentina e Cirio-Del Monte.
Riportiamo un articolo pubblicato su Il Mattino di Padova (del 28 ottobre 2009, pagina 25, sezione cronaca, Cristina Genesin) riguardante un processo penale a carico di un promotore finanziario di Banca Mediolanum ed avente ad oggetto obbligazioni Argentina e Cirio per centinaia di milioni di vecchie lire. Grazie alla consulenza tecnica depositata dallo Studio Pinaffo è stato possibile accertare una serie di irregolarità e non far archiviare il procedimento penale, che è invece sfociato – spiega la giornalista – in uno dei primi processi penali in Italia a carico di un venditore di bond-carta straccia.
Bond truffa, promotore a processo
Si era affidato a un promotore finanziario, I. C., 49enne di Villafranca Padovana, e ad una banca, la Mediolanum, affidando loro un lascito ereditario piuttosto consistente, oltre 400 milioni di vecchie lire. Più del 60% di quel capitale (350 milioni di lire) è svanito come neve al sole, ingoiato dal crac che ha travolto i bond Cirio e Argentina, nonostante la scelta di un investimento a medio rischio. Il promotore incassò la sua provvigione. L’istituto di credito si sbarazzò di quei titoli obbligazionari che aveva in portafoglio. L’unico a rimetterci è stato lui, un docente all’Università di Padova.
Ieri davanti al giudice Mariella Fino il risparmiatore ha ripercorso la storia di quell’investimento sbagliato suggerito dal professionista-consulente che lavorò fino all’agosto 2002 per la banca del tombolano Ennio Doris. I.C. è finito sul banco degli imputati per truffa aggravata messa a segno in concorso con «persone non identificate». Chi, non è stato accertato. Certo il nome di Mediolanum aleggia in tutta la vicenda visto che, nel capo d’accusa, si rileva come al cliente «non furono comunicate due circostanze ben note al promotore e a Mediolanum e cioè che (nel caso dei Bond Cirio) la società emittente non era stata sottoposta a rating (giudizio di solvibilità) e che pertanto era a grave rischio di default (di non rimborsare il capitale) » mentre per i Bond argentina si sottolinea «che l’investimento era stato qualificato speculative grade (a rischio) perché lo Stato emittente era a rischio default (ovvero di non rimborsare il capitale) ». Mediolanum viene esplicitamente tirata in campo anche quando il capo d’accusa evidenzia che la banca «scaricò indebitamente sul cliente la perdita certa derivata dal precedente acquisto dei bond Cirio…» e che, per quanto riguarda i bond Argentina, «l’investimento avvenne in conflitto d’interessi con la banca titolare nel proprio portafoglio di tale titolo obbligazionario». Ieri in aula il commercialista Riccardo Bonivento ha confermato quanto indicato nella consulenza trasmessa al pm Paolo Luca: «È possibile constatare una possibile posizione di conflitto d’interesse da parte di Mediolanum… L’istituto, consapevole della situazione di difficoltà dell’Argentina e del gruppo Cirio, nel tentativo di eliminare tali titoli presenti nel proprio portafoglio, avrebbe dissimulato la rischiosità dell’investimento». L’obiettivo? «Indurre il cliente all’acquisto dei titoli attraverso il proprio promotore».
Analoghe le conclusioni di Tiziana Pinaffo, consulente della parte civile: «Per i professionisti del settore ci fu il tempo materiale di apprendere il rischio crescente e la concreta probabilità di collasso del sistema argentino…».
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