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Cos’è l’anatocismo: come combatterlo e cosa dicono le sentenze

Interessi su interessi: contestare la capitalizzazione illegittima praticata dalla banca

La fattispecie indicata con il termine anatocismo (dal greco tokos, interessi; ana, di nuovo; tokismos, usura), consiste nel fenomeno della capitalizzazione degli interessi.
In pratica l’interesse viene assimilato al capitale, dando vita ad una ulteriore e successiva produzione di nuovi interessi più elevati sul corrispettivo: nella sostanza vengono riscossi dal finanziatore “interessi su interessi”.
A parità di tasso d’interesse nominale, venendo ad aumentare ad ogni scadenza del periodo la somma di denaro sulla quale vengono prodotti e calcolati gli interessi, si verifica un progressivo ed esponenziale aumento della misura degli interessi prodotti, non derivanti però dall’effettivo capitale prestato.

Dove si annida l’anatocismo bancario

Ai sensi dell’art. 1283 del codice civile, l’anatocismo bancario è illegittimo, e determina un artificioso aumento del debito e del suo costo.
Dunque i soggetti che, ad esempio, usufruissero di un’apertura di credito in conto corrente e si vedessero addebitare periodicamente gli interessi passivi e le competenze, sarebbero vittime di un’indebita capitalizzazione degli interessi.
Tale fenomeno rientra anche nelle cosiddette anomalie bancarie, ovvero i comportamenti irregolari che il sistema creditizio pratica a danno di imprese e correntisti, nonostante siano contrari alla legge.
La stessa cosa potrebbe dirsi per la quota interessi delle rate di mutuo o di finanziamento addebitate passivamente in conto corrente. Oppure, ancora, il giroconto degli interessi passivi generati dal conto anticipi, addebitati sul conto corrente principale.
Anche l’aggravio degli interessi di mora sulle rate di finanziamento (e sui canoni di preammortamento) rappresenta una forma illegittima di anatocismo.
Persino il piano di ammortamento del mutuo può celare irregolarità anatocistiche se calcolato mediante capitalizzazione composta. E se la struttura del finanziamento prevede anche il pagamento di rate composte da soli interessi (il cosiddetto preammortamento), l’eventuale applicazione degli interessi di mora determina ancora una volta la capitalizzazione illegittima.
Questi sono solo alcuni dei sistemi più diffusi di applicazione dell’anatocismo: la capitalizzazione infatti si può applicare mediante numerosi sistemi e nell’ambito di molteplici fattispecie di finanziamento.

La legge vieta la capitalizzazione sugli interessi passivi

Anche se proibita dal Codice Civile, la capitalizzazione degli interessi è stata più o meno tacitamente tollerata  per decenni da milioni di correntisti vessati dall’indebitamento bancario: sin dal 1952 infatti, gli istituti di credito, sulla base di un uso “negoziale” o un “uso rilevante”, hanno capitalizzato gli interessi trimestralmente, semestralmente ed annualmente.
Era un po’ come dire … “La capitalizzazione è formalmente illegale, tuttavia poiché la adottano tutte le banche, e solo in pochi protestano, allora nella pratica si può applicare”.
Finalmente dal 1999 in avanti, a seguito di tre importanti sentenze emesse dalla Corte di Cassazione (Sentenza del 16/03/1999, n. 2374, Sez. I Civile Cassazione; sentenza del 30/03/1999, n. 3096, Sez. III Civile Cassazione; sentenza dell’ 11/11/1999, n. 12507, sez. I Civile Cassazione) si è verificata una radicale inversione della giurisprudenza di merito e di legittimità.
Il 4 novembre 2004, la Suprema Corte – a sezioni riunite – con sentenza n. 21095, condannava definitivamente come illegittimo l’anatocismo trimestrale. Nel 2010 con un’altra importante sentenza, la n. 24418, la Corte di Cassazione si pronunciava ancora una volta a bocciatura della prassi anatocistica.
Da allora un orientamento giurisprudenziale sempre più ampio (e fondato), ha sostenuto l’illegittimità in senso assoluto della capitalizzazione, disponendo il ripristino dell’equilibrio nei rapporti di finanziamento contestati. In pratica la contestazione dell’anatocismo comporta il ricalcolo del debito del correntista netto di ogni incorretta capitalizzazione.

Anatocismo: come contestarlo e fare causa alla banca

Per contestare l’anatocismo occorre prima effettuare una perizia econometrica approfondita per accertare le irregolarità subite, dimostrare il comportamento scorretto perpetrato dalla banca, contestare i contratti di finanziamento e quantificare gli interessi da contestare.

Infatti non tutte le posizioni sull’anatocismo sono contestabili ed anche quando lo sono, presentano delle modalità particolari di cui tenere conto. Pertanto per evitare di incorrere in seri problemi, è opportuno evitare di avviare contestazioni superficiali.

Infatti secondo l’ordinamento giuridico italiano spetta al soggetto contestatore l’onere della prova circa la sussistenza delle obiezioni sollevate sugli interessi incorrettamente addebitati o capitalizzati: non basta dunque intentare causa alla banca senza efficace e mirata dimostrazione di aver subito un danno.

Peraltro non va dimenticato che l’anatocismo è solo una minima parte delle irregolarità bancarie che si vengono a creare nei rapporti di finanziamento. Anomalie anch’esse contestabili attraverso un’efficace consulenza tecnico-giuridica.

Dunque una volta ottenuta la perizia si potrà dare corso alle contestazioni contro l’istituto attraverso il supporto del proprio legale: dapprima in genere si dà corso all’invio di una formale lettera di contestazione alla banca, finalizzata anche ad interrompere la prescrizione. Successivamente si può tentare una transazione stragiudiziale.

In caso di esito negativo del tentativo di conciliazione, si potrà ricorrere alla mediazione obbligatoria. Se anche questa dovesse fallire, non resta che intraprendere una causa contro la banca presso il tribunale o foro di competenza: anche durante una vertenza legale vengono comunque effettuati dei tentativi di conciliazione. Dunque una causa potrebbe chiudersi anche con una transazione prima dell’emissione della sentenza.

Attraverso tutto questo percorso rimane importantissima non solo la presenza di un bravo legale, ma anche il supporto di una consulenza tecnica efficace per contrastare la banca.

L’anatocismo e gli interessi irregolari per usura ed affini, possono essere contestati anche in opposizione ad un decreto ingiuntivo o atto di precetto.

 


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