Finmek. Indebitamento per oltre 400 anni di utili prima dell’emissione del bond nel 2001
I bilanci consolidati delle società appartenenti alla compagnia evidenziano dati sconcertanti: al dicembre 2001, periodo di collocamento del bond da 150 milioni di euro, il gruppo era già indebitato per oltre 400 anni di utili (rapporto tra indebitamento complessivo e utile consolidato dell’esercizio 2001).
La legge italiana in materia di emissioni obbligazionarie non avrebbe consentito il collocamento del prestito in Italia, propriamente per l’eccessivo stato di indebitamento del gruppo: di fatto l’operazione avvenne in Lussemburgo attraverso Caboto SIM (Gruppo Banca Intesa) ed i titoli furono poi legalmente negoziati in Italia da vari istituti di credito nell’ambito delle normative predisposte in materia bancaria e creditizia.
Come molte aziende legate al fenomeno delle “new economy”, Finmek avrebbe indubbiamente del potenziale, avendo ad esempio acquisito tra il 1999 ed il 2000 gli stabilimenti Ericsson all’Aquila,n nonchè alcuni marchi e linee produttive Olivetti in Scarmagno (TO): come oramai tristemente ovvio qualsiasi iniziativa industriale, per quanto speciale, viene inevitabilmente affossata dalla mancanza di proporzione tra potenziale di crescita e possibilità effettive. Ancor prima che dai crediti percepiti, la crescita delle aziende dovrebbe essere supportata da piani industriali solidi e sostenibili, onde evitare di tramutare in pochi anni un concreto potenziale in un crack finanziario.
Stando a quanto emerso dai bilanci aziendali depositati sino ad oggi, la situazione patrimoniale del gruppo Finmek appare dunque assai gravosa: un piano di risanamento realistico comporterà inevitabilmente dei sacrifici che potrebbero essere ripagati solo a lungo termine, ma per i malcapitati obbligazionisti, evidentemente vittime dell’ennesimo “bond spazzatura”, potrebbe prospettarsi un percorso senza meta sicura.
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