Le briciole della Parmalat: crollo del 50% delle nuove azioni
Nel dicembre 2003 formalizzato il crack della Parmalat: lo scandalo, i soldi dei risparmiatori (sia obbligazionisti che azionisti) volatilizzati, l’amministrazione straordinaria.
Nell’ottobre 2005 dalle ceneri del vecchio colosso, la quotazione della “nuova” Parmalat, che andava a “ristrutturare” parzialmente i debiti contratti con i risparmiatori beffati: forse meglio dire “falciare a tappeto” i debiti verso il “parco buoi”, questo il nome in gergo borsistico attribuito ai piccoli risparmiatori.
Infatti fu offerta la conversione di una parte del debito obbligazionario in azioni della “nuova” Parmalat, del valore di circa 3 euro cadauna: dall’apertura delle contrattazioni in poche sedute crollo verticale dei titoli di oltre il 30%.
Pioggia di vendite dei nuovi azionisti scriveva qualche giornale: invero non è neppure da escludere – come spesso accade nell’ambiente – un gonfiaggio dei valori di collocamento delle azioni, che pertanto probabilmente valevano molto meno degli originari 3 euro … tant’è che ad oggi il loro valore oscilla attorno ad 1,5 euro per azione appena.
Risultato: forte ridimensionamento del debito di gruppo e “ristrutturazione” di nome, ma di fatto attuata con le briciole … Ed i risparmiatori ancora col cerino in mano, costretti a far causa alla banca.
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